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Come scegliere un obiettivo

Se fare foto o video con reflex è la vostra passione, arriverà prima o poi la fase attraverso la quale tutti i fotografi e videomaker sono passati. Stiamo parlando del momento in cui vien voglia di osare un po' di più ed acquistare un nuovo obiettivo.

Quando acquistiamo una reflex in negozio o sugli store on-line, l'ottica venduta a corredo è di solito un obiettivo entry-level. Si tratta di obiettivi standard, pratici e pensati per approcci amatoriali ma chiaramente molto limitati.

Ma quale obiettivo comprare? Come scegliere un obiettivo innanzitutto? Qual è il miglior obiettivo per fare video con reflex?

Non c'è una risposta univoca a queste domande ma va fatta un'attenta valutazione, considerando caratteristiche come: lunghezza focale, luminosità, risorse economiche e sopratutto utilizzo che se ne vuole fare.

Ecco quindi una guida completa su come scegliere un obiettivo in base alle proprie esigenze, nella quale descriviamo tutto quello che secondo noi si dovrebbe sapere prima di valutare l'acquisto di una nuova lente.

Come è fatto un obiettivo

La prima cosa da apprendere prima di chiedersi come scegliere un obiettivo è: da quali elementi è composto.

Ecco quindi gli elementi base che compongono un obiettivo fotografico o video.

  • Il barilotto. Si tratta della struttura cilindrica che contiene tutti gli altri elementi, il contenitore esterno che dà la forma al nostro obiettivo.

  • Il sistema di lenti. All'interno del barilotto si trovano solitamente una o più lenti. Il sistema di lenti e catadiottri può essere più o meno complesso a seconda della tipologia di obiettivo.

  • L'attacco o mount è l'elemento metallico che si trova all'estremità opposta rispetto alla lente esterna dell'obiettivo e la sua funzione è quella di agganciare saldamente l'ottica al corpo macchina. Gli attacchi sono standard e solitamente ogni brand ha all'attivo una serie di attacchi che possono variare in base al tipo di macchina (l'attacco L di Canon o l'attacco E di Sony sono tra i più diffusi). Sugli attacchi troviamo anche dei connettori elettronici che hanno la funzione di far comunicare l'obiettivo con la macchina.

  • Il paraluce. Detto anche baionetta, ha la funzione principale di proteggere la lente esterna dell'obiettivo e comunemente si aggancia all'estremità dello stesso. Altra sua funzione è quella di bloccare determinati fasci di luce diretti (lens flare) che potrebbero essere indesiderati.

  • Ghierepulsantileve. Ogni obiettivo è dotato di ghiere o pulsanti che svolgono le più disparate funzioni. Solitamente le ghiere più diffuse sono quelle che permettono di cambiare la lunghezza focale (zoom), di mettere a fuoco o di aprire il diaframma per far filtrare più luce (nel caso di obiettivi con controlli manuali). Possiamo anche trovare pulsanti per la scelta della modalità di messa a fuoco o per l'attivazione della stabilizzazione dell'immagine.

Come scegliere un obiettivo: filtri ed anelli

Vediamo alcuni dei filtri più diffusi che si possono montare sugli obiettivi e le loro funzioni.

FILTRI UV

Si tratta di vetri trasparenti la cui funzione principale è quella di filtrare i raggi UV che potrebbero causare aberrazioni cromatiche. La loro funzione più utile in realtà è quella di proteggere l'obiettivo ed in particolare la lente esterna da graffi, urti e collisioni. Non sottovalutiamo assolutamente questo aspetto, è altamente consigliato utilizzare un filtro UV su ogni obiettivo.

Esistono filtri UV di svariati prezzi e misure. La misura va valutata attentamente prima di procedere all'acquisto e deve essere la stessa del diametro dell'obiettivo, valore che viene sempre indicato sull'obiettivo stesso.
In quanto al prezzo, attenzione a non acquistarne di troppo economici perché solitamente i meno costosi sono costruiti con materiali scadenti. Il rischio in questo caso è che finiscano per introdurre dominanti di colore o contrastare la nitidezza dell'immagine. Nè esistono anche di molto costosi, noi ci sentiamo di consigliare una buona via di mezzo.

FILTRI POLARIZZATORI

filtri polarizzatori hanno due funzioni principali.
La prima è quella di togliere o comunque attenuare i riflessi. L'ideale infatti è utilizzarli per riprendere attraverso una vetrina o uno specchio d'acqua.
L'altra funzione che assolve un filtro polarizzatore è di aggiungere saturazione all'immagine, rendendo più vividi i colori. Anche in questo caso va fatta attenzione al diametro del filtro che deve essere lo stesso dell'obiettivo. Anche in questo caso è bene evitare filtri troppo economici.

FILTRI ND (NEUTRAL DENSITY)

La loro unica funzione è quella di limitare la quantità di luce che entra nell'obiettivo, infatti si tratta di filtri molto scuri. Possiamo distinguere almeno due casistiche standard per le quali vengono utilizzati dei filtri ND.

  1. Limitare la luce semplicemente perché ce n'è troppa. Tipico esempio è quello di una giornata estiva molto assolata. Capita infatti che la luce esterna a volta sia così forte che non basta chiudere il diaframma (anche perché riprendere con diaframmi troppo chiusi non è mai una buona idea). Ecco quindi che applicare un filtro ND ci può salvare.

  2. Il secondo caso vale più che altro per la fotografia ed in particolare per scattare con tempi lunghi. Questo tipo di scatto permette di ottenere effetti particolarmente artistici come ad esempio l'effetto seta dell'acqua o una bella panoramica della via lattea. Utilizzando tempi di scatto lunghi, a volte anche di diversi secondi, siamo praticamente obbligati ad utilizzare dei filtri ND, altrimenti la luce che entrerebbe nell'ottica sarebbe davvero troppa e genererebbe una foto sovraesposta.

filtri ND hanno diverse gradazioni, in base agli stop di luce che riescono a ridurre. Più è alto il numero e più luce riescono a "bloccare". Esistono anche filtri graduati, la cui tolleranza può essere regolata tramite un meccanismo interno. Per esperienza ci sentiamo però di sconsigliarli perché il meccanismo stesso col quale sono costruiti finisce per introdurre aberrazioni cromatiche.

Trasformare qualsiasi lente in un obiettivo macro economico

Nella fotografia macro il soggetto da riprendere è molto piccolo, può essere ad esempio un insetto o un fiore. Per fotografare un soggetto molto piccolo spesso una lente standard non è sufficiente.

Se si volesse ad esempio immortalare un insetto ci si dovrebbe avvicinare molto ad esso e qui nasce un problema. Esattamente come l'occhio umano, ogni obiettivo ha una distanza minima di messa a fuoco (indicata dal produttore). Questo significa che avvicinandosi troppo al soggetto, si perderà inevitabilmente il fuoco e l'insetto, nel nostro caso, risulterà inevitabilmente sfocato. 

Gli obiettivi macro hanno una caratteristica unica: permettono di ridurre la distanza di messa a fuoco e di avvicinarsi quindi molto al soggetto ottenendo scatti di pregevole fattura. Il loro unico difetto è il costo: un obiettivo macro non è per niente economico.

Esiste però un'alternativa molto più abbordabile: gli anelli macro conosciuti anche come tubi prolunga macro. Si tratta di semplice cilindri metallici o di plastica che vanno agganciati alla base dell'obiettivo e lo trasformano praticamente in un obiettivo macro economico.

Il segreto in questo caso è distanziare l'obiettivo dal sensore della macchina reflex. In questo modo si riduce matematicamente la distanza di messa a fuoco. Certo, la differenza rispetto ad un obiettivo macro nativo c'è ma anche con gli anelli macro riusciremo ad ottenere un effetto molto interessante.

Luminosità obiettivi

Una delle caratteristiche più importanti che influenzano notevolmente la qualità di un obbiettivo è la sua luminosità.

Ogni obiettivo è dotato di diaframma, ovvero di un sistema di lamelle posto all'estremità delle lente che lascia passare più o meno luce. Il diaframma è un parametro fondamentale sia in fotografia che nel videomaking e saperlo gestire è di fondamentale importanza. Sarà infatti il fotografo o videomaker a decidere quanto sarà grande l'apertura, poco prima dello scatto ed i base a questo si otterranno risultati molto diversi.

Non tutti i diaframmi sono uguali però: in alcuni obiettivi avremo la possibilità di avere una maggiore apertura rispetto ad altri. Il valore dell'apertura massima possibile definisce in genere anche la qualità di un'ottica ed è chiaramente indicato dal produttore con sigle come f/4, f2.8 o f/3.5-5.6. Cosa significa? Sostanzialmente, minore è il numero indicato e maggiore sarà l'apertura massima concessa da quell'obiettivo.

Ottimi valori di apertura sono f/2.8 o f/1.8. f/4 è un valore abbastanza standard, mentre quando viene indicato un range di valori come f/3.5-5.6 stiamo parlando solitamente di obiettivi amatoriali.

Ma torniamo per un attimo alla luminosità degli obiettivi. Alte aperture vuol dire più luce che entra e qualità costruttiva maggiore. Quindi fondamentalmente: più luce significa più qualità. Questo non significa che si debbano usare sempre diaframmi molto aperti: il diaframma va gestito a seconda della situazione.

Teniamo a mente però che un obiettivo luminoso è un obiettivo di qualità ed ecco spiegato anche il costo molto più alto rispetto ad una lente che concede minor apertura.

Apertura costante su tutta la focale: cosa significa?

Apertura costante su tutta la focale: una frase che può spaventare ma che si può spiegare in poche righe.

Iniziamo col dire che questo concetto si applica solamente sugli obiettivi zoom. In pratica, gli obiettivi zoom di minor qualità non sono in grado di mantenere la stessa apertura del diaframma su tutta la focale o in altre parole: se aumento lo zoom, il diaframma si chiude automaticamente. Ecco perché il range di valori (f/3.5-5.6).

Questo solitamente accade negli obiettivi di scarsa qualità come gli entry-level, ovvero quelli che vengono venduti assieme alle reflex nei negozi.

Sintetizzando possiamo dire che un obiettivo che non riesce a mantenere la stessa apertura su tutta la focale (ovvero fino al massimo zoom possibile) è di bassa qualità. Quindi quando troveremo indicati range di apertura come f/3.5-5.6 saremo di fronte ad un'ottica entry-level.

Come scegliere un obiettivo in base al sensore

Come abbiamo detto nelle lezioni precedenti, esistono diversi standard per i sensori ed ogni macchina reflex o mirrorless è dotata di un particolare sensore (full frame, APS-C e micro 4/3 i più diffusi).

Rimandiamo all'articolo relativo per un approfondimento sul tema sensori digitali. 

È importante sapere che anche gli obiettivi sono pensati e costruiti per determinati sensori. Esistono infatti obiettivi per sensore full frame, obiettivi per APS-C ecc... 

In genere quando si acquista un obiettivo bisognerebbe verificare cose come:

  • il sensore della macchina alla quale va applicato. (obiettivi full frame per macchine full frame, obiettivi APS-C per APS-C...). Certo, non è vietato montare ad esempio obiettivi full frame su macchine APS-C ma in questo caso bisognerà stare attenti al fattore di crop

  • L'attacco. Solitamente è bene prendere obiettivi costruiti per l'attacco della macchina reflex o mirrorless che stiamo utilizzando. Gli attacchi sono indicato con sigle come E-Mount o L-Mount e sono sempre indicati sia sulle macchine reflex che sugli obiettivi. Se l'attacco non corrisponderà sarà impossibile agganciare fisicamente obiettivo e macchina a meno che non si utilizzino adattatori. In commercio ne esistono di molti tipi ma anche gli adattatori portano con sé difetti ed i imperfezioni.

  • Il brand. Inutile dire che un obiettivo Canon è pensato per reflex Canon, un obiettivo Sony per macchine Sony ecc. Anche in questo caso esistono in commercio adattatori che permettono di utilizzare obiettivi di un brand su macchine di un altro ma anche in questo caso, gli adattatori possono portare problematiche e poca praticità. 

APPROFONDIMENTO SUGLI ADATTATORI

Esistono adattatori di tutti i tipi: cross brand o cross mount. Noi ovviamente consigliamo di acquistare obiettivi nativi perché uno strumento pensato per un utilizzo specifico renderà di più se utilizzato in quel contesto. 

Nonostante ciò, in alcuni casi, sapendo bene quello che si fa, non è sbagliato puntare su adattatori. Pensiamo ad esempio a chi possieda un parco ottiche Canon e voglia utilizzarlo su macchine Sony. Potrebbe essere conveniente in questo caso acquistare un adattatore. Capita anche che esca una nuova serie di reflex Canon ad esempio, con un attacco nuovo e si decida quindi di comprare un adattatore per continuare ad utilizzare vecchi obiettivi anche sulla nuova macchina.

In genere, quando un brand decide di introdurre un nuovo tipo di attacco, lo fa perché sta lanciando una nuova serie di macchine reflex o mirrorless. Quindi non è uno scenario così frequente.

Come scegliere un obiettivo in base all'utilizzo

Riassumiamo in questo paragrafo gli aspetti più importanti di ciascuna categoria di obiettivi presenti sul mercato.

Obiettivi per focale

Cosa vogliamo riprendere? Paesaggi, animali, ritratti? In base al soggetto che riprenderemo più frequentemente possiamo suddividere gli obiettivi per lunghezza focale in tre categorie. Qui un approfondimento sulla lunghezza focale.

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Obiettivi manuali e automatici

Esistono obiettivi con controlli completamente o parzialmente manuali. Ad esempio: apertura diaframma e messa a fuoco possono essere impostati muovendo una ghiera sull'obiettivo anziché premendo un pulsante sulla macchina. Lo svantaggio di un obiettivo manuale è la mancanza di praticità, il vantaggio sta nel minor costo ma non solo.

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Obiettivi zoom e fissi

Se lo zoom vi sembra una caratteristica imprescindibile, sappiate che nel cinema e nei set più importanti non si usano praticamente mai obiettivi zoom. Questo perché le ottiche fisse danno maggior qualità e permettono di ragionare maggiormente sull'inquadratura.

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Obiettivi fotografici e video

Esiste un obiettivo pensato per il fotografo ma anche un obiettivo ideale per riprese video, costruito sulla pelle del videomaker. In genere si differenziano per il tipo di costruzione e di funzionalità che mettono a disposizione.

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