Profondità di campo ed effetto sfocato

Profondità di campo è uno di quei termini tanto tecnici quanto belli da usare che ti fanno sentire un vero pro!

In realtà questa terminologia nasconde un significato molto semplice e permette di rispondere ad una delle domande più popolari tra i fotografi e videomaker agli inizi ovvero: come ottenere l'effetto sfocato?

Per rispondere a questa domanda dovrò spiegarti alcuni concetti di base che valgono sia per le foto che per i video.

Profondità di campo in fotografia e cinema

La profondità di campo, abbreviata con l'acronimo DOF (Depth of Field), è uno dei principali effetti creativi che si utilizzano in fotografia ed anche nei video.

In pratica consiste nell'isolare un soggetto, sfocando tutto ciò che sta attorno ad esso e mettendolo quindi in evidenza, indirizzando l'attenzione dello spettatore. Spesso è anche una via semplice per ottenere foto e video più interessanti.

Se ci pensi, anche l'occhio umano lavora in modo simile: è vero che il suo campo visivo è ampio ma soltanto il soggetto che sta fissando sarà perfettamente nitido.

Profondità di campo ridotta

Nel cinema si utilizza una tecnica chiamata follow focus che permette di spostare il fuoco da un soggetto A ad un soggetto B spostando così l'attenzione dello spettatore. Per farlo è necessario che la DOF sia ridotta.

In questo caso caso si parla di narrow depth of field ovvero profondità di campo ridotta con il soggetto principale dell'inquadratura che sarà l'unico elemento perfettamente nitido.

Addirittura, nel caso di un primissimo piano potresti notare occhi e viso a fuoco e punta del naso sfocata. 

Avrai quindi capito che è possibile decidere arbitrariamente quanto deve essere ampia la profondità di campo, ovvero l'area nitida dell'immagine.

Come si decide la profondità di campo

Variare la profondità di campo non è difficile ma sono necessarie precise condizioni per gestire al meglio questo strumento.

In particolare la DOF dipende da 3 variabili:

  1. Il diaframma dell'obiettivo che stai utilizzando

  2. La lunghezza focale a cui stai riprendendo

  3. La distanza che stai mantenendo rispetto al soggetto ripreso

Vediamo come questi 3 elementi influiscono sulla profondità di campo e come li dovresti gestire per ottenere un bell'effetto bokeh.

ape su fiore

Profondità di campo: diaframma

Il diaframma è un meccanismo presente in tutti gli obiettivi ed ha un funzionamento molto semplice: si può aprire e chiudere.

Si trova all'estremità della lente ed è composto da una serie di lamelle metalliche che lasciano un buco più o meno grande a seconda del valore impostato. Di solito si controlla utilizzando un pulsante della fotocamera (o in alcuni casi manualmente tramite una ghiera presente sull’obiettivo).

Più è alto il valore del diaframma (per es. F/10), più il buco sarà piccolo, meno luce passerà dalla lente.

Al contrario, più il valore è basso (per es. F/2.8), più il buco sarà grande, più luce passerà dalla lente.

In sintesi più il valore è basso e più il diaframma risulterà aperto.

Oltre a far passare più luce, il valore del diaframma decide anche quanto sarà ampia l'area nitida: più è basso il valore, più l'area sarà ridotta.

Se si vuole ottenere un bell'effetto sfocato dunque bisogna usare diaframmi molto aperti come per esempio F/2.8 o inferiori.

diaframma

Lenti a profondità di campo

Non esistono lenti apposite per gestire la DOF. L'effetto sfocato, in determinate condizioni, si può ottenere quasi con qualsiasi obiettivo.

Non tutti gli obiettivi però hanno gli stessi valori di diaframma e utilizzando i cosiddetti obiettivi luminosi puoi "sfocare" con più facilità.

Si tratta di obiettivi che fanno passare più luce della media, con aperture uguali o maggiori a F/2.8.

La luminosità però è una caratteristica che si paga a caro prezzo e le lenti che permettono queste apertura sono le più costose.

Se vuoi sperimentare con gli obiettivi luminosi senza spendere un patrimonio ti consiglio di acquistare un obiettivo 50 mm F/1.8, un must in possesso praticamente di qualsiasi fotografo e videomaker.

Il 50 mm è una lente fissa (prime), se invece preferisci un obiettivo con zoom dovrai spendere qualcosina di più e prendere un 24-70 mm F/2.8.

Se non hai problemi di budget punta decisamente su un qualsiasi obiettivo con apertura F/1.4. Il costo potrebbe farti venire un mancamento ma la qualità di queste lenti è strabiliante.

Infatti l'apertura alta consentita da una lente indica che quella lente è di alta qualità e la differenza si nota.

Profondità di campo e lunghezza focale

La lunghezza focale si misura in millimetri ed è la caratteristica principale che dà il nome all'obiettivo stesso

In particolare indica quanto sarà ampia l'area ripresa da quella lente (attenzione! Non l'area nitida ma l'area totale del quadro). 

Più il valore è basso e più sarà ampia l'area ripresa: per esempio gli obiettivi grandangolari per paesaggi possono essere attorno ai 14 mm.

Più il valore è alto, meno sarà ampia l'area ripresa e più il soggetto ripreso ti sembrerà vicino: per esempio i teleobiettivi utilizzati per riprendere sportivi o animali in lontananza come il 70 - 200 mm.

La profondità di campo dunque è condizionata dalla lunghezza focale: più utilizzerai una lunghezza focale alta (per es. 100 mm) più ridurrai la DOF e avrai quindi uno sfondo sfocato.

obiettivi lunghezza focale

Lenti e lunghezze focali

Per verificare l'importanza della lunghezza focale nella DOF, fai una semplice prova utilizzando un obiettivo zoom alla minima e alla massima lunghezza focale consentita. Riprendi lo stesso soggetto cercando di fare la stessa inquadratura (con lunghezza focale massima dovrai allontanarti dal soggetto per ottenere la stessa inquadratura). Noterai sicuramente che, alla massima lunghezza focale, il soggetto risulta più isolato e lo sfondo più sfocato.

Questo è un trucchetto che puoi utilizzare per aumentare l'effetto bokeh: allontanati ed utilizza una lunghezza focale più alta.

Fai attenzione però a non esagerare: specialmente se stai facendo un ritratto. Lunghezze focali troppo alte tendono a deformare eccessivamente i volti.

In genere per i ritratti dovresti usare una lunghezza focale intorno ai 50 mm che corrisponde circa al campo visivo dell'occhio umano. A 70 mm si inizia a parlare di medio-tele mentre sotto i 35 mm si parla di grandangolari. Anche in questo caso i volti verrebbero deformati eccessivamente in caso di inquadratura molto stretta sul soggetto.

Fai attenzione perché la lunghezza focale non è assoluta ma dipende anche dalla fotocamera che utilizzi, in particolare si parla di crop factor. Qui lo spiego bene.

Profondità di campo e distanza

Come abbiamo visto nel paragrafo precedente, la distanza dal soggetto ha un ruolo molto attivo nella gestione della profondità di campo.

Se per esempio stai riprendendo un paesaggio, sarà difficile ottenere una narrow depth of field (profondità di campo ridotta), anche nel caso in cui tu stia utilizzando un teleobiettivo o un'apertura molto grande.

In effetti è qualcosa di perfettamente logico: la ripresa di un paesaggio o di un gruppo di persone dovrebbe avere una profondità di campo estesa mentre un soggetto ripresa da vicino può essere isolato dal contesto grazie ad una "sfocatura controllata" e risultare così più gradevole.

fotografo teleobiettivo

Lenti e distanze

Sarà più facile ottenere sfocati con lenti a lunghezze focali più alte, per esempio un 70 - 200 mm.

Tuttavia, anche un 35 mm può permettere una buona sfocatura se consente aperture di diaframma minori o uguali ad F/1.8 e siamo abbastanza vicini al soggetto ripreso.

Profondità di campo e creatività

Vediamo di seguito alcune considerazioni utili sulla gestione della profondità di campo in video e in fotografia.

  • La DOF è uno strumento comunicativo. Capisci se una profondità di campo ridotta potrebbe giovare alla tua ripresa: cosa far rientrare nell'are nitida, cosa escludere e su quale soggetto portare l'attenzione dello spettatore

  • Ridurre la DOF può servire anche a rendere più interessante un'immagine, specialmente nel caso in cui lo sfondo non sia un granché (o per nascondere qualcosa)

  • Isolare un soggetto sfocando lo sfondo permette di metterlo in evidenza e dargli quindi maggiore importanza. Uno sfondo più nitido non è necessariamente sbagliato ma distrae dal soggetto principale

  • Nel caso di un ritratto lo sfondo dovrebbe essere sempre sfocato o neutro a meno di eccezioni consapevoli

  • Specialmente nel caso di ritratti, riprendere da distanza troppo ravvicinata potrebbe causare distorsioni nel volto, come anche utilizzare teleobiettivi

  • Aprire tanto il diaframma fa entrare molta luce nella lente. Nel caso di grandi aperture, la luminosità va compensata bilanciando tempi (shutter speed) e ISO. Dovrai imparare a comprendere e gestire perfettamente queste 3 variabili

  • Nel video è molto interessante ridurre sensibilmente la profondità di campo nel caso di interviste creative oppure per utilizzare la tecnica del rack focus (o follow focus)

  • Più riduci la profondità di campo e più sarà difficile mantenere il soggetto a fuoco. Fai attenzione, specialmente nei video dove il soggetto potrebbe essere in movimento: un soggetto fuori fuoco è impossibile da sistemare in post

  • Per mantenere una DOF ridotta in esterno utilizza dei filtri ND. Qui un approfondimento sull'utilità dei filtri ND.

Profondità di campo creativa

Come si calcola la profondità di campo

In effetti non esiste un modo semplice per calcolare la profondità di campo ma la verità è che non ti servirà a nulla farlo.

Il segreto è quello di fare tante prove, utilizzando obiettivi diversi, a diverse aperture e variando la distanza dal soggetto, finché non sarai soddisfatto.

Con il tempo e l'esperienza svilupperai un senso estetico e pratico che ti permetterà di ottenere a colpo sicuro l'effetto bokeh desiderato

Sappi che la profondità di campo è più estesa dietro al piano focale che davanti ad esso

Se per esempio stai realizzando un'inquadratura a mezzo busto di un soggetto, l'area a fuoco sarà proporzionalmente più estesa di 1/3 davanti a lui e 2/3 dietro ad esso.

Si tratta della nota "thumb rule" o regola del pollice, che è più che altro una stima approssimativa.